I PUBS DEL REMOTO OUTBACK AUSTRALIANO

"Remote outback pubs": una parola che si sente pronunciare spesso mentre si viaggia lungo la Stuart Highway, una sorta di "Route66" australiana che si estende per 2840km da nord a sud attraversando l'immenso outback e tagliando in due il continente oceanico. Una strada dritta con poche curve e pochi automezzi, ma al contempo battuta da tantissimi animali selvatici che soprattutto di notte, con l'abbassarsi delle temperature, si muovono in cerca di cibo rischiando di rimanere vittime di incidenti spesso letali sia per loro che per gli automobilisti. Le autorità del Northern Territory addirittura sconsigliano di mettersi in viaggio nell'Outback dopo il tramonto con vetture non dotate di "roo bar", paraurti supplementare composto da barre di acciaio montate sul frontale dell'auto. E riguardo ai turisti, le assicurazioni per le auto noleggiate difficilmente coprono i danni causati da impatti con animali, se avvenuti dopo il calar del sole...

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Quando nel remoto outback fa buio conviene spegnere i motori e "accamparsi" nei pubs, queste piccole oasi in cui si può pernottare ma non solo, ci si ferma anche per fare benzina, telefonare, rifocillarsi, inviare e ritirare la posta. I pubs corrispondono un po' ai nostri autogril, se non fosse che possono distare l'uno dall'altro 300 km, e che la stessa distanza li separa più o meno dai piccoli centri abitati “circostanti”. Daly Waters Pub per esempio (foto dalla 13 alla 24), dista 600km da Darwin viaggiando verso nord, e 900km da Alice Springs viaggiando verso sud, le uniche 2 grandi città del Northern Territory con oltre 120.000 abitanti. Nel mezzo troviamo tanti micro insediamenti che raramente superano i 100 abitanti, a parte Katherine (5800 abitanti, 300km a nord) e Tennant Creek (2900 abitanti, 400km a sud).

Com'è facilmente deducibile, le distanze proibitive impongono scelte di vita ben precise: chi gestisce o decide di lavorare in questi luoghi non può fare il pendolare ma deve risiederci, scegliendo un'esistenza lontana dal mondo, di fatto isolata e in mezzo al deserto, "relativamente" isolata poiché nonostante il via vai di turisti, la durata delle soste è talmente breve da favorire difficilmente la nascita di rapporti sociali a lungo termine.

Strutturalmente parlando, alcuni pub sono di costruzione recente (come il Daly Waters Highway Inn - foto 11); altri invece risalgono al periodo tra il 1930 e il 1950, ma sono ben tenuti anche quando all'apparenza sembrano delle vecchie strutture fatiscenti. La ragione di ciò sta nel fatto che i restauri e le manutenzioni vengono spesso effettuati con "what the desert give us", cioè con ciò che offre il deserto, costringendo i proprietari a "reinventarsi" o riciclare materiali trovati nell'ambiente circostante (come nel caso della fontana al Dunmarra Wayside Inn - foto 26).

Non a caso i pub sono nati sulle fondamenta dei vecchi snodi ferroviari, o lì dove sorgevano le vecchie stazioni telegrafiche e si incrociavano le immense arterie stradali (e commerciali) australiane. Tutti luoghi in cui ancora oggi è più facile reperire materiali riadattabili. Nonostante la posizione isolata, i pub consentono di ricostruire gli ultimi 200 anni di storia del continente e sono una testimonianza vivente della mentalità che ha permesso la costruzione e lo sviluppo della società aussie. Inoltre, essi contribuiscono in un certo senso a colmare la sensazione di vuoto e di mancanza di assenza di "memoria storica" che tanto caratterizza gli australiani di origini europee. Non stupisce che per la gran parte dei non nativi, la storia australiana inizia nel 1770 con lo sbarco di James Cook a Botany Bay (Sydney), ignorando spesso (e volutamente) che gli aborigeni abitano quelle terre da oltre 50000 anni, e che l'Australia ha una delle storie più ricche, immense e profonde che il genere umano possa ricordare... ma questa è un'altra (triste) storia. Restano comunque impresse nella mia mente le riflessioni degli australiani con cui ho parlato durante il mio viaggio, il cui primo pensiero quando alludevo alle mie origini italiane era per Roma e i suoi quasi 3000 anni di vita (2765 per la precisione, compiuti il 21 aprile 2012!).

Tornando ai pubs, particolare attenzione meritano gli ambienti interni. A parte Daily Waters Pub, dove è diventata tradizione lasciare un qualsiasi oggetto prima di andare via, dando origine a vere e proprie aree dedicate a mutande, reggiseni, magliette, monete, fototessere, targhe, espadrilles e chi più ne ha più ne metta, entrando nei remote outback pub si può trovare veramente di tutto: da vecchie lampade ad olio, a pianoforti scordati, serpenti in gabbia, pappagalli, ferri di cavallo logorati dal tempo, vecchi strumenti per lavorare la terra, peluches, armadi di videocassette. L'aria che si respira è strana, come se il tempo non sia mai trascorso e sia rimasto fermo all'età della febbre dell'oro.

Larrimah (foto dalla 2 alla 8) e Daly Waters Pub ricordano molto i saloon dei film Western che Sergio Leone ha fatto entrare nelle nostre case. E da Far West sono anche i servizi, garantiti in modo regolare ma naturalmente più moderni: una volta al giorno passa la diligenza del 21esimo secolo: l'autobus, che fa da trasporto passeggeri, da corriere postale, e da trasporto farmaci all'occorrenza! Per le provvigioni di alimenti e benzina ci pensano i famosi Trucks (foto 12), TIR a più rimorchi dalle dimensioni impressionanti, veri e propri treni della strada che è meglio non incrociare. Tale è lo spostamento d’aria e polvere, e il rischio di vedere il proprio parabrezza frantumato da una pietra schizzata dalle loro ruote, che quando se ne incontra uno, la sola cosa consigliata è fermarsi a bordo strada e aspettare che passi... per non parlare delle difficoltà in caso di sorpasso! Dai Truck dipende anche la qualità del cibo. Più di una volta mentre mangiavo mi è stato chiesto se gradissi il cibo rimarcando come tale qualità dipendesse dalla frequenza di passaggio e dai ritardi dei giganti della strada. Nella foto 18 un barbecue di vitello, coccodrillo, canguro, wurstel di pollo, mais e patate consumato a Daly Waters... il tutto accompagnato da birra australiana... una vera delizia!

In caso di urgenze entra in azione il Royal Fly Doctor Service, un servizio di aeroambulanze attivo fin dal 1928. Aerei dotati di vere e proprie sale operatorie, pronti ad alzarsi in volo per soccorrere gli abitanti delle regioni più remote dell’Australia che non hanno ospedali nelle vicinanze.

Per chi poi dovesse avere una famiglia, il problema dell’istruzione per i nuovi nati viene affrontato dalle “School of the air” meglio conosciute come “School in air”. 16 scuole sparse in tutta l’ Australia che attraverso un vero e proprio sistema scolastico per corrispondenza garantiscono l’istruzione primaria e secondaria a tutti i bambini che risiedono nelle cattle station e nelle aree di servizio dell’outback. Il nome della scuola deriva dal fatto che lo strumento usato fino al 2005 per tenere le lezioni era la radio. Oggi la scuola mantiene lo stesso nome, sebbene il servizio sia stato migliorato sostituendo alla radio la connessione via internet.

La vita nell'Outback è dunque difficile. Da viaggiatore quale sono ho cercato di capirla ponendomi (e ponendo agli altri) parecchie domande. Tra le risposte che ho ricevuto, una in particolare merita di essere citata, poiché mi ha accompagnato durante l'intero viaggio e ha un po' rivoluzionato la mia concezione di spazio e tempo: ero seduto in veranda a Daly Waters a sorseggiare una birra mentre Robyne (foto 15) puliva le sterpaglie sotto il sole cocente. Terminato il lavoro si è seduto accanto a me concedendosi una birra, mi è venuto spontaneo chiedergli: "cosa veramente ti trattiene qui, isolato dal resto del mondo?". Lui senza nemmeno pensare mi ha risposto: "Isolato? Io non sono isolato, Darwin è a soli 600km e Alice Springs a 900... Poi non puoi neanche immaginare cosa voglia dire star seduti qua in veranda, a bere birra ghiacciata durante una tempesta del wet, mentre la fuori il cielo cambia colore e i fulmini cadono tutt'attorno a te."

Non dissi più nulla, continuai a sorseggiare la mia birra in silenzio, guardandomi intorno, cercando di immaginare la scena e ammirando il rosso infinito dell'Outback Australiano...

PS: Se volete sapere qualcosa in più sul Northern Territory, qui trovate il reportage sul cammino che da Darwin mi ha portato fino ad Alice Spring.

 
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